di Francesca Taricone
L’Associazione Testaccio in Testa è orgogliosa di presentare la sua seconda Edizione del Concorso Testaccio in rima che si concluderà con la proclamazione dei vincitori il giorno 15 ottobre in Piazza Testaccio in occasione dei 100 anni del Rione Testaccio e all’interno della prevista tavolata sociale.
La prima Edizione del Concorso fu organizzata nel 2019 poco prima dell’inizio della pandemia con una grande partecipazione da parte di tanti Testaccini ma anche di tante altre persone provenienti da diversi quartieri di Roma come Monteverde, Ostia, Garbatella, ecc.
Questa Edizione sarà dedicata al Vincitore della Prima Edizione, Alessandro Paone, prezioso testaccino, ora non più tra noi, che ha dedicato la sua vita all’arte e allo spettacolo in modo puro, trasparente e sincero. Sarà anche l’occasione per stare insieme e sentirsi parte di una comunità che cresce e che vedrà nuovi progetti da far sviluppare insieme per rendere ancora più bello il nostro Rione.
Vi aspettiamo in Piazza Testaccio il 15 Ottobre a partire dalle ore 18.
Il tema da seguire in questa edizione riguarda 100 anni del rione Testaccio.
L’invio delle poesie deve avvenire entro, e non oltre, il 2 settembre 2022 inviando il materiale all’indirizzo di posta elettronica info@testacciointesta.it
Di seguito, la poesia prima classificata nella prima edizione del concorso Testaccio in rima:
‘na carezza d’amore di Alessandro Paone
Te guardo e me domanno, ma com’eri?
e te se vede che nun sei felice…
lo sguardo voto sfragnato dai penzieri.
Me piace immagginatte soridente,
felice, innammorata…com’eri fino a ieri.
Er cancro t’ha cambiato in un momento,
er cielo s’è scurito in un baleno,
tutto s’è trasformato in un tormento!
la chemio s’è arubbata li capelli,
come farfalle so’ volati via.
Ereno neri lunghi e tanto belli,
e quante vorte te l’ho accarezzati
mentre che te baciavo innammorato!
ma drento ar core mio nulla è cambiato,
io t’amo ancora come er primo giorno,
e adesso mo’ che faccio, frastornato….
insieme a te me more tutto intorno!
e me ricaccio drento la tristezza,
vestenno ‘n ber soriso spenzierato
te faccio come allora ‘na carezza….
mentre moro co’ te….innammorato!